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L’origine dell’agopuntura

agopuntura

L’origine dell’agopuntura e si perde nel mito.  Si narra ad esempio che i suoi effetti furono scoperti per caso in battaglia: un soldato fu trafitto da una freccia in un punto vicino al tendine di Achille, guarendo miracolosamente da una sciatica che lo affliggeva da tempo. E’ però più probabile che la nascita dell’agopuntura affondi nella medicina sciamanica sviluppatasi in diverse regioni della Cina svariati millenni fa. A quel tempo si credeva che la causa delle malattie, ivi incluse quelle mentali, fossero i demoni penetrati nell’organismo, che potevano essere scacciati pungendo appositi punti del corpo, attraverso schegge di osso o pietre; fu solo dopo il II secolo a.c. che vennero introdotti definitivamente gli aghi in metallo.

La prima testimonianza scritta è racchiusa in un testo che rappresenta ancora oggi un riferimento essenziale per chi pratica tale disciplina, il Huangdi Neijing, o Libro Interno dell’Imperatore Giallo, la cui stesura viene collocata dalla maggior parte degli storici nel periodo dei Regni Combattenti, tra il 453 e il 222 a.c.. Nel Huangdi Neijing troviamo quelli che sono i principi cardine su cui si basa l’agopuntura, in primis la teoria dello yin e dello yang raffigurata nel tao. Lo yin e lo yang descrivono il funzionamento dell’intero Universo, e quindi anche quello del corpo umano: ogni parte del corpo è classificata in yin e yang, così come gli organi interni. Alla base della vita vi è il qi, il soffio vitale o energia vitale, che circola lungo alcuni canali energetici chiamati meridiani, e assicura il funzionamento degli organi, nonché l’equilibrio tra lo yin e lo yang: la malattia rappresenta secondo la MTC la rottura di tale equilibrio, con una prevalenza dello yin sullo yang, o viceversa. L’azione dell’agopuntura secondo la MTC è proprio quella di ripristinare le corrette proporzioni di yin e yang, attraverso la stimolazione di specifici punti situati in diverse parti del corpo.

Oggi si conoscono almeno 351 punti di agopuntura, posizionati lungo i dodici meridiani; la cosa interessante è che In origine i punti di agopuntura erano solo 60, conosciuti come i punti shu antichi o “i cinque shu” , collocati solo sulla parte distale degli arti superiori ed inferiori, dal gomito in giù e dal ginocchio in giù. Già a quel tempo gli antichi cinesi ci avevano visto giusto: di tutti i punti oggi conosciuti, e che vennero via via codificati nel corso dei secoli, i primi 60 punti descritti sono quelli più potenti e a cui si deve il maggior effetto terapeutico dell’agopuntura. Possiamo affermare che, per quanto bizzarri per noi occidentali, molti dei principi della MTC si sono rilevati esatti dal punto di vista scientifico.

Molto importanti sono ad esempio gli studi di Risonanza Magnetica Funzionale, che hanno dimostrato che l’agopuntura, praticata su specifici punti di agopuntura – molti dei quali appartenenti agli shu antichi – induce significative modificazioni del funzionamento del cervello, in modo altamente specifico: sono svariate le patologie sia fisiche che psichiche, come i disturbi d’ansia,  dove si osserva un’alterazione di aree ben precise del cervello, che possono essere riequilibrate dall’agopuntura. Sulla base degli studi prodotti negli ultimi anni, possiamo affermare con certezza che l’agopuntura funziona al di là dell’effetto placebo. In agopuntura è possibile infatti praticare una finta agopuntura sul paziente attraverso aghi che non attraversano realmente la pelle; attraverso la Risonanza Magnetica Funzionale è stato appurato che solo la vera agopuntura è in grado di attivare una regione profonda del cervello chiamata insula. L’agopuntura possiede quindi solide basi scientifiche ed effetti specifici sul cervello ben documentabili.